Invecchiamento e Demenza

La nostra associazione si occupa di promuovere il benessere psicofisico durante tutto l’arco della vita compresa la vecchiaia. Gli obiettivi sono di promuovere un invecchiamento sano e attivo, contrastare e rallentare malattie neurodegenerative (demenza, Parkinson…) e supportare le famiglie che assistono persone con demenza o altra malattia.

In questa pagina puoi trovare informazioni su:

Cos’è l’invecchiamento?

L’invecchiamento può essere definito come un fenomeno complesso, che interessa l’intero arco dell’esistenza e che si caratterizza per una serie di cambiamenti fisiologici sul piano fisico, cognitivo ed emotivo. Tali modificazioni, pur contribuendo a determinare una maggiore vulnerabilità a varie forme di fragilità, non comportano necessariamente l’insorgenza di patologie tipicamente associate all’avanzare dell’età.

L’invecchiamento “sano” rappresenta un processo differente per ciascun individuo sul quale influiscono fattori biologici ed ambientali.

Le diverse abilità della persona non sono sensibili in egual misura agli effetti dell’età: a titolo esemplificativo, se si considera la sfera cognitiva, mentre funzioni, come la memoria e i il ragionamento, mostrano un declino graduale, altre, come le abilità verbali, rimangono stabili o addirittura migliorano nel corso del tempo. Gli studi di neuroimmagine hanno poi fornito evidenze rispetto al mantenimento di un certo grado di plasticità cerebrale anche nell’anziano: a fronte delle perdite che fisiologicamente si verificano, il cervello è in grado di attuare meccanismi di compensazione così da preservare un livello adeguato di funzionamento e di autonomia nella quotidianità (per esempio, Cabeza, 2002; Davis et al., 2008). In definitiva, invecchiamento non è sinonimo di malattia e, sebbene non si possa evitare di invecchiare, vi sono però delle modalità che consentono di ottenere migliori condizioni di vita e di salute e di affrontare in modo ottimale i cambiamenti che l’età porta con sé, a cominciare dal rispettare alcune buone prassi nella propria quotidianità.

Invecchiare in salute

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS, 2019) ha delineato alcune linee guida atte a ridurre il rischio di demenza e declino cognitivo, sottolineando l’importanza di adottare uno stile di vita salutare ed equilibrato (link per approfondire: Risk reduction of cognitive decline and dementia).

Interventi preventivi per ridurre il rischio di demenza

Praticare attività fisica moderata e costante:

  • L’attività fisica è un mezzo efficace per ridurre il rischio di declino cognitivo ed è senz’altro raccomandata. Una camminata veloce oppure di pedalata di un’ora, possono bastare a compensare gli effetti negativi di 8 ore di vita sedentaria. È raccomandata un’attività fisica moderata-intensa di 150 minuti alla settimana (circa 20/25 minuti al giorno) come camminare a passo svelto, salire le scale o pulire i pavimenti di casa.

La dieta mediterranea è un valore aggiunto:

  • La dieta mediterranea è sicuramente raccomandata per ridurre il rischio di declino cognitivo e di demenza. È bene consumare ogni giorno frutta, verdura e cereali integrali, e almeno due volte alla settimana cibi contenenti acidi grassi insaturi come salmone, frutta secca e pesce azzurro (sgombro, sardine, alici). È meglio preferire proteine di origine vegetale (legumi) a quelle di origine animale; condire le pietanze con olio di oliva ed olio di lino; assumere ogni giorno almeno due litri di acqua (8-10 bicchieri) ed un bicchiere di vino rosso. Supplementi dietetici multivitaminici, vitamine B ed E ed acidi grassi polinsaturi non sono raccomandati per ridurre il rischio di declino cognitivo o di demenza.

Esercitare la mente:

  • L’esercizio della mente ha dimostrato un effetto benefico sulla prevenzione del declino cognitivo e di demenza. Leggere un libro, scrivere, fare le parole crociate, ascoltare della musica, giocare a carte, parlare con altre persone, sono esempi di esercizi mentali. Tuttavia quando il declino delle funzioni cognitive è già iniziato (memoria, attenzione, linguaggio, percezione degli oggetti), è utile sottoporsi ad un programma specifico di “allenamento” (stimolazione cognitiva).

Partecipare alle attività sociali:

Non esistono prove scientifiche sufficienti circa il fatto che l’attività sociale riduca il rischio di declino cognitivo e demenza, tuttavia è certo che la partecipazione sociale e il supporto sociale sono fortemente connessi alla buona salute e al benessere. Frequentare amici, fare volontariato, ritornare sui banchi di scuola, partecipare alla vita sociale di un’associazione, a corsi di ballo o di cucina, o qualsiasi altra attività che stimola emozioni positive come la gioia e la serenità aiuta a mantenere il benessere del tuo cervello.

In questo periodo difficile, nonostante le restrizioni alle quali siamo sottoposti, è possibile comunque sentire amici e parenti per telefono oppure se possibile con le videochiamate.

Rinunciare al fumo di tabacco:

  • Ridurre o interrompere l’abitudine al fumo di tabacco può diminuire il rischio di declino cognitivo e di demenza, oltre ad offrire ben noti benefici sulla salute come ad esempio la riduzione del rischio di malattie cardiovascolari e respiratorie.

Attenzione all’alcool:

  • La cessazione di consumo di bevande super-alcooliche (alcool > 12%), in aggiunta ad altri benefici sulla salute, riduce il rischio di declino cognitivo e di demenza. Tuttavia, il consumo di un bicchiere di vino rosso al giorno però può avere un effetto benefico.

Mantenere un peso quanto più possibile normale:

  • Evitare il sovrappeso e l’obesità nella mezza età è utile a ridurre il rischio di declino cognitivo e di demenza

Diabete:

  • La gestione del diabete nelle persone affette da questa malattia, attraverso i consigli dietetici, comportamentali e le terapie indicate dal medico, può ridurre il rischio di declino cognitivo e di demenza

Dislipidemia:

  • La gestione della dislipidemia (aumento cioè di colesterolo e trigliceridi nel sangue) attraverso i consigli dietetici, comportamentali e le terapie indicate dal medico, già dalla mezza età può ridurre il rischio di declino cognitivo e di demenza

Ipertensione:

  • La gestione dell’ipertensione negli adulti con ipertensione può ridurre il rischio di declino cognitivo e di demenza

Demenza e Decadimento cognitivo

Il termine generico demenza indica un deterioramento cognitivo, progressivo e generalmente irreversibile delle funzioni del sistema nervoso centrale, caratterizzato in misura variabile da disturbi dell’umore, del comportamento e della personalità. Tale declino interferisce con lo svolgimento delle attività della vita quotidiana, fino a causare una perdita totale della propria autonomia e delle proprie capacità di adattamento. La demenza è il sintomo di una malattia e non il normale decorso della vecchiaia.

Esistono differenti tipologie di demenza, ciascuna forma comporta sintomi e decorsi differenti. Ad oggi, la demenza di tipo Alzheimer rappresenta la forma più comune. Si tratta di una patologia neurodegenerativa ad esordio insidioso e ad evoluzione lenta e progressiva, che insorge più frequentemente dopi i 65 anni. Altre forme di demenza frequenti sono la demenza su base vascolare e a corpi di Lewy.

Il decorso della patologia, nelle demenza di tipo Alzheimer, può essere suddiviso in tre stadi principali:

1) lieve, caratterizzato da un iniziale e prevalente deficit di memoria;

2) moderato, con una progressiva e sequenziale compromissione delle funzioni cognitive (deficit di linguaggio, orientamento, abilità visuo-spaziali, problem solving, capacità di compiere movimenti coordinati e diretti ad uno scopo etc);

3) grave, nel quale, oltre al peggioramento dei sintomi cognitivi e comportamentali già presenti, la persona perde completamente la propria indipendenza nello svolgimento delle attività basiche della quotidianità, con un incremento significativo dei bisogni socio-assistenziali

Per quanto concerne il trattamento delle demenze, non esiste attualmente una cura definitiva e risolutiva, ma soltanto interventi in grado di alleviare o rallentare la progressione della patologia. Risulta quindi di fondamentale importanza agire in ottica preventiva sia intervenendo sui fattori di rischio sia promuovendo la presa in carico nel primo inizio della malattia.

Le terapie al momento disponibili per rallentare i sintomi della malattia possono essere suddivise in due categorie principali: farmacologiche (inibitori dell’acetilcolinesterasi, memantina) e non farmacologiche o psicosociali. Quest’ultime includono interventi che, in varia misura, si pongono l’obiettivo di stimolare ed attivare le abilità cognitive non totalmente compromesse, facendo leva sulle risorse residue della persona affetta da demenza e mirando così a limitare l’impatto della malattia non solo in termini di sintomi neuropsicologici, ma anche di competenze emotive, sociali e delle autonomie.

Gli approcci psicosociali possono essere raggruppati in tre tipologie:

  • cognitivi: Training cognitivo, Terapia di stimolazione cognitiva (Cognitive Stimulation Therapy);
  • multi-strategici: Terapia di orientamento alla realtà (Reality Orientation Therapy, ROT), Terapia di Validazione (Validation Therapy), Terapia di reminiscenza (Reminiscence Therapy), Terapia occupazionale, Terapia fisica e riabilitazione motoria;
  • comportamentali, ambientali e sensoriali: musicoterapia, aromaterapia, fototerapia (Gardini et al., 2015).

Questi interventi sono mirati e possono essere di tipo formale, con un professionista, o informali, effettuati dal caregiver. Ciascun intervento è personalizzato e diverso a seconda del grado di compromissione della malattia.

I servizi per la demenza nel Veneto

A livello territoriale, negli ultimi decenni sono stati istituiti numerosi servizi, al fine di accogliere le richieste di aiuto da parte degli anziani e delle loro famiglie. In particolare sono stati istituiti i Centri per i Disturbi Cognitivi e le Demenze (CDCD), sistema integrato per la diagnosi, la presa in carico, la continuità assistenziale, l’informazione e il sostegno alla persona e alla sua famiglia nelle diverse fasi della malattia e nei contesti di vita e di cure.

La regione Veneto ha messo a disposizione un Mappa per la Demenza per facilitare la comprensione dei servizi del territorio, per avere supporto e richiedere aiuto e per sapere a quali figure o strutture rivolgersi; Vi sono inoltre indicazioni per i caregiver rispetto al comportamento da tenere con la persona affetta da demenza.

I servizi territoriali previsti dalla Regione Veneto possono essere distinti in tre tipologie, che variano in funzione del grado di necessità socio-assistenziale della persona con demenza:

Servizi domiciliariServizi semiresidenzialiServizi residenziali
Servizio di Assistenza Domiciliare (SAD)Centro diurno per persone anziane non autosufficienti
Centro di servizi per persone anziane non autosufficienti
Impegnativa di cura domiciliare (ICD)

Sezione Alta Protezione Alzheimer (SAPA)
Assistenza informale e i servizi privati di cura.

Welfare di Comunità

“Progetto Sollievo”
Sezione Alta Protezione Alzheimer Domiciliare (SAPAD)
Link utili per approfondire il sistema dei servizi territoriali https://demenze.regione.veneto.it/servizi/il-sistema-dei-servizi-territoriali;